Sei partite ufficiali sono abbastanza per decretare lo stato di crisi? In linea di massima no, però in questo caso la situazione è diversa: il Chelsea, fresco vincitore dell’Europa League e terzo in campionato, quest’estate ha riabbracciato il figlio prodigo José Mourinho, tornato sulla panchina del club londinese dopo 3 anni di furenti polemiche al Real Madrid e altri due da trionfatore all’Inter, un ritorno che lasciava presagire fuoco e fiamme. “Questa è casa mia” si era affrettato a dire il tecnico di Setubal appena rimesso piede in Inghilterra, come se avesse dimenticato l’addio burrascoso di sei anni fa quando lasciò in fretta e furia Stamford Bridge per divergenze con dirigenza e spogliatoio; ora la situazione si ripete e dopo il ko di ieri sera contro il Basilea, i mugugni per la sconfitta in Supercoppa Europea e per l’avvio ad handicap in Premier (2 vittorie, un pari contro il Manchester United e sabato scorso la sconfitta sul campo dell’Everton) sono diventati palesi critiche.

Innanzitutto le onnipresenti gole profonde a cui fanno sempre gran riferimento i giornalisti di Sua Maestà riferiscono di un’irruzione del patron Abramovich all’interno degli spogliatoi al fischio finale: urla e rimproveri, alla fine il magnate russo è andato via ancor più scuro in volto. A quel punto Mourinho ha dovuto affrontare la stampa in cui non si è scomposto più di tanto e si è preso la responsabilità della disfatta a domicilio:

“Quando perdiamo non parlo dei giocatori o dei singoli ma delle mie responsabilità. Io sono il responsabile. Eto’o? Sono contento dei tre attaccanti e sarà così per il resto della stagione. Sia Samuel che Torres e Demba Ba sono buoni giocatori e professionisti e provano a fare il massimo ogni giorno e in ogni partita. I momenti felici arriveranno”.

Eppure i tifosi blues hanno più di una preoccupazione: perché Mourinho non fa giocare da primo minuto l’idolo di casa Juan Mata? E ancora, perché accanirsi con Eto’o quando si vede palesemente che è in ritardo di condizione? E infine, il mercato avallato dallo Special One si rivelerà alla lunga proficuo? Il Chelsea questa estate non ha ceduto nessun calciatore di livello, spendendo invece più di 70 milioni per rinforzare la squadra con Schurrle, Van Ginkel, Willian e Eto’o: ad oggi nessuno pare essersi ambientato al meglio. Ultima ma non ultima c’è la stampa che infierisce sul portoghese: “cosciente situazione di crisi“, “sconfitta inattesa e vergognosa“, c’è chi scrive addirittura “fallimento assoluto“, come a voler punzecchiare Mou. In Spagna ad esempio, ancora sazi per i sei gol del Real Madrid di Ancelotti, quasi “celebrano” la disfatta di Mourinho: “Josè non è più Speciale nemmeno a Londra“. Appuntamento per sabato prossimo: a Stamford Bridge arrivano i vicini di casa del Fulham, Mourinho non vede l’ora.

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ultimo aggiornamento: 19-09-2013


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